Leggere in uno sguardo (scroll for Italian)
In the 2009 I spent a long period through the Molise mountains: the Mainarde.
I not only learned the basis of Raku ceramics over there with a great artist: Romina Mazzocco, but for the first time I felt the
nature in all of its power and beauty: the colors of the montains, the sun, the lake and the river... frogs and dragonflyes around me. After some times I found myself perceiving Time in a different manner: flowing in and out of me like the water from the river to the lake.In the lack of external noises the buzzing filling my ears changed into inner voices that I usually forget to listen to, forgotten and unheard reflections usually covered from the chaos of my city of origin: Rome.
My body through this inner dialogue changing into tree, stone, lake, slowing my limbs like they wanted to stop and listen... Voices, restless inner voice of thinking...painful knowledge...childhood memories and present ones.
Few and quiet sight you can meet in the shadows of the mountains, you mainly meet yourself and you cannot refuse to look inside out and reflect. In that rare sight you can read an entire life in the flicker of the wings of a dragonfly.
This Joycian "stream of consciousness" is just this struggling encounter with a sight which probably is mine, in this fields of nowhere and notime where the whisper of the leaves under the feet like a mantra brings us in such an estatic state of consciousness allowing the comunication with our most inner self.
Leggere in uno sguardo
Al 2009 risale il mio primo soggiorno tra le Mainarde, dove ho iniziato ad apprendere la tecnica della ceramica Raku da una brava artista: Romina Mazzocco. Quelle valli con uno spicchio di sole e dai colori innaturali, il lago, il ruscello... libellule e rane, ma piu' di tutto impalpabile cambiamento nella percezione del tempo che scorre fuori e dentro.
Nell'assenza di rumori esterni il fischio che riempiva le mie orecchie si e' trasformato nelle voci interne che spesso dimentico di ascoltare, riflessioni che vengono in genere ignorate e annegate nella ordinaria caoticita' del mio luogo di origine.
Mentre questa sorta di colloquio interiore si faceva spazio era come se il mio corpo divenisse albero, sasso, lago, rallentavano le mie membra, come volessero fermarsi ad ascoltare...Voci, incessante vociare del pensiero...alle volte dolorose...ricordi di infanzia e considerazioni sulla presente situazione.
Si incontrano pochi e silenziosi sguardi in quei passaggi all'ombra dei monti,
forse si incontra principalmente se stessi e allora e' impossibile sottrarsi alla riflessione.
In quello sguardo incontrato di rado esistono intere esistenze da leggere.
Il tentativo e' stato quello di trasferire in una sorta di "stream of consciousness" joyciano l'incontro-scontro con lo sguardo che forse e'proprio il mio, nello spazio e nel tempo aperti dal silenzio e da quel calpestio di foglie che come un mantra porta ad uno stato di estasi che mette in comunicazione anche violentemente con il proprio io.
La scelta di desincronizzare audio e video e' dettata proprio dalla necessita' di sottolineare i due livelli temporali dell'anima e del corpo.
Lo stesso dicasi per la scelta spersonalizzante di fissare l'immagine su una bocca che non e' la sorgente delle parole che l'io ascolta e produce.